Processi Urbani |
La città greca (VIII-III sec.a.C.) |
Resti dei primitivi insediamenti nella città del neolitico e dell'età del rame sono stati rinvenuti nel 1978 sulla collina di piazza Dante, proprio dove sorse l'acropoli greca. L'agorà era invece ubicata, con molta probabilità, dove sorse in seguito il foro romano, nei pressi del cortile di San Pantaleone. |
La città romana (III-II sec. d.C.) |
La città romana era impostata sul cardo e il decumano, due assi ortogonali attorno ai quali si ponevano gli edifici pubblici. Essa si estendeva dall'anfiteatro al circo, posti l'uno a nord e l'altro a sud. Il foro era situato presso il cortile di San Pantaleone, probabilmente sull'agorà greca. E' in questa zona infatti che è possibile osservare i pochi resti architettonici dell'epoca romana, di carattere monumentale. In zone limitrofe a quella del foro sorgono tuttora complessi termali, come quello di via della Rotonda e di piazza Dante. In via Vittorio Emanuele sono situati il Teatro antico e l'attiguo Odeon. A nord ed a est dell'anfiteatro si estendevano le necropoli. Sono stati identificati resti in via Etnea, sotto la Rinascente, in via Ipogeo, in via Sant'Euplio e a sud della piazza S. Maria di Gesù. |
Il piano di ricostruzione della città, dopo il terremoto del 1694, preparato dal duca di Camastra, prevede un tessuto stradale ad assi retti che, connesso alle vecchie mura, dà un'impostazione barocca e scenografica alla città. Porta Garibaldi viene aperta in asse con il prospetto del Duomo; Porta Uzeda costituisce la conclusione di via Etnea, che incrociando via Di Sangiuliano forma i Quattro canti; via Vittorio Emanuele offre la prospettiva sui ricchi palazzi della città e sulle prestigiose chiese; piazza Mazzini arricchisce via Garibaldi. L'impostazione viaria è di tipo romano: cardo e decumano sono l'ossatura principale, ossia via Etnea e via Vittorio Emanuele. |
Nella prima metà dell'Ottocento, l'edilizia popolare, costituita da case basse fornite di cortile centrale, si addensa attorno alla cerchia muraria: verso nord, dando vita ai quartieri Consolazione e Borgo, e verso est, configurando il poverissimo San Berillo. L'edilizia delle classi agiate, invece, si colloca nei pressi di via Etnea, al di là della Porta di Aci, fino a poco tempo prima ubicata in piazza Stesicoro ed anticamente luogo di comunicazione tra città e campagna. Le opere pubbliche rilevanti del periodo sono il Carcere di via San Giuliano, alla Marina, ed il quartiere militare, ad est, su via Garibaldi. Entrambe sono opere di gusto neoclassico. I limiti della città ottocentesca erano segnati da quattro edifici: il Carcere ad est, il quartiere militare ad ovest, il porto a sud ed il Teatro Bellini a nord. I bellissimi progetti di piazze ed edifici pubblici dell'architetto Sebastiano Ittar rimarranno sulla carta. |
Nei primi del novecento, sotto l'amministrazione di Giuseppe De Felice, si tenta di lanciare un Piano edilizio di risanamento, allo scopo di saldare alla città dei villini borghesi di Gentile-Cusa (coi suoi prestigiosi Viale Regina Margherita e Viale XX Settembre) la città proletaria, addossata ai nuclei insediativi privilegiati. Ma a causa di difficoltà politiche ed economiche il progetto non trova applicazione. |