Nella prima metà dell'Ottocento, l'edilizia popolare, costituita da case basse fornite di cortile centrale, si addensa attorno alla cerchia muraria: verso nord, dando vita ai quartieri Consolazione e Borgo, e verso est, configurando il poverissimo San Berillo. L'edilizia delle classi agiate, invece, si colloca nei pressi di via Etnea, al di là della Porta di Aci, fino a poco tempo prima ubicata in piazza Stesicoro ed anticamente luogo di comunicazione tra città e campagna. Le opere pubbliche rilevanti del periodo sono il Carcere di via San Giuliano, alla Marina, ed il quartiere militare, ad est, su via Garibaldi. Entrambe sono opere di gusto neoclassico. I limiti della città ottocentesca erano segnati da quattro edifici: il Carcere ad est, il quartiere militare ad ovest, il porto a sud ed il Teatro Bellini a nord. I bellissimi progetti di piazze ed edifici pubblici dell'architetto Sebastiano Ittar rimarranno sulla carta.
Con l'unificazione, nel 1861, e con il fenomeno di inurbamento provocato dalla crisi agricola, fu necessario per Catania un piano regolatore. Il piano di Bernardo Gentile-Cusa del 1879 prevedeva il taglio del tessuto urbano con un boulevard alberato per collegare via Messina a piazza Marconi. Diverse piazze dovevano animare, con intento scenografico, il nuovo viale. Si tracciarono, quindi, viale Regina Margherita e viale XX Settembre, collegando così piazza Santa Maria del Gesù e Piazza Giovanni Verga con via Etnea. Nel 1890 veniva inaugurata via Umberto. Sebbene il piano seppe indicare una nuova direttrice di espansione dell'edilizia borghese, quella est-ovest, non seppe, però, rispondere all'esigenza di edilizia popolare.
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